{"id":8477,"date":"2024-11-18T21:34:45","date_gmt":"2024-11-18T21:34:45","guid":{"rendered":"https:\/\/archiwumwolnosci.pl\/?p=8477"},"modified":"2024-11-20T21:33:59","modified_gmt":"2024-11-20T21:33:59","slug":"janusz-czarski-2","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/archiwumwolnosci.pl\/it\/janusz-czarski-2\/","title":{"rendered":"Janusz Czarski"},"content":{"rendered":"

Ricordi di Janusz Czarski<\/p>\n\n\n\n

Sono residente a Przemy\u015bl, un po' per caso.<\/strong><\/p>\n\n\n\n

Przemy\u015bl \u00e8 la mia citt\u00e0 natale e non riesco a immaginare un altro posto in cui vivere. Tuttavia, sono un Przemy\u015blian un po' per caso.<\/p>\n\n\n\n

 La famiglia di mio padre si \u00e8 ritrovata a Przemy\u015bl in seguito all'espatrio postbellico dalla regione di Leopoli. Sia mio padre che i suoi fratelli erano molto patrioti a quei tempi.<\/p>\n\n\n\n

Uno dei fratelli di mio padre prese parte alla campagna di settembre, dopo la quale fu internato dai sovietici. Riusc\u00ec comunque a fuggire da questo internamento. Dopo essere tornato a casa dalla sua famiglia, fu arrestato e arruolato nell'Armata Rossa. Dopo aver firmato l'accordo Sikorski-Mayski, si arruol\u00f2 volontario nelle unit\u00e0 polacche in formazione e, con l'esercito di Anders, percorse l'intero percorso di combattimento fino all'Italia settentrionale. Prese parte alla battaglia di Montecassino, combatt\u00e9 nella campagna d'Italia e in Nord Africa. Nel 1947 ritorn\u00f2 in Polonia con il grado di sottotenente. Negli anni '50 e '60 lavor\u00f2 alla costruzione di strade nei Monti Bieszczady. \u00c8 sepolto nel cimitero principale di Przemy\u015bl.<\/p>\n\n\n\n

Mio padre, subito dopo essere espatriato dalla zona attorno a Leopoli, giunse a Przemy\u015bl, dove, insieme all'altro fratello e ad alcuni amici, fond\u00f2 un'organizzazione chiamata "Lega per la lotta al bolscevismo". Tra i fondatori di questa organizzazione c'era l'amico di mio padre Edward Petzel. Purtroppo l'attivit\u00e0 di questa organizzazione ebbe vita breve. Prima della prima azione, che doveva essere l'esplosione del cosiddetto comunista Il Monumento della Gratitudine si trovava allora in Plac Na Bramie a Przemy\u015bl; tutti quanti vennero arrestati a seguito di denunce. Mio padre \u00e8 stato condannato al carcere. Tuttavia, poich\u00e9 era stato mandato come prigioniero a lavorare nella miniera, venne rilasciato dopo alcuni anni. A sua volta, mio zio, anche lui membro di questa organizzazione, che era miracolosamente sfuggito all'arresto, si nascose per diversi anni dietro una doppia parete nell'appartamento di vicini amichevoli. Quando le autorit\u00e0 comuniste annunciarono un'amnistia, per farsi riconoscere si rec\u00f2 all'ufficio dell'amnistia di Rzesz\u00f3w travestito da donna. Tale cautela era necessaria perch\u00e9 la polizia segreta fermava gli uomini che si recavano a quell'ufficio e li metteva in prigione, ignorando la legge sull'amnistia.<\/p>\n\n\n\n

Per ovvi motivi, nella casa di famiglia aleggiava un sentimento di profondo sentimento verso la patria sottratta alla Polonia (i confini orientali). Ricordo una storia un po' aneddotica. Quando mia madre torn\u00f2 dal mercato ortofrutticolo, si vant\u00f2 con mia suocera di essere riuscita a comprare degli ottimi pomodori. A quanto pare mia nonna guard\u00f2 quei pomodori con piet\u00e0 e disse con un pizzico di emozione: -Elu, che tipo di pomodori sono questi! Avevamo dei pomodori bellissimi dall'altra parte<\/em>. Quindi ho sempre saputo che "dall'altra parte", cio\u00e8 nei dintorni di Leopoli, tutto era migliore, pi\u00f9 meraviglioso, pi\u00f9 bello. Ricordo che fu una disgrazia per mia nonna, e probabilmente per tutti i polacchi nati nelle zone di confine orientali, quando sulle loro carte d'identit\u00e0, accanto al nome della citt\u00e0 di nascita, venne scritta tra parentesi la parola "URSS".<\/p>\n\n\n\n

L'altra parte della mia famiglia, quella di mia madre, \u00e8 arrivata qui in seguito al servizio militare di mio nonno. Ebbene, il nonno e la nonna si incontrarono a Vilnius e l\u00ec si sposarono all'inizio degli anni '30. Mio nonno era un soldato professionista e poco prima della guerra si trasfer\u00ec con la moglie a Jaros\u0142aw, dove fu assegnato a un'unit\u00e0 militare. Nel settembre 1939 part\u00ec per il fronte e torn\u00f2 in patria solo nel 1948. Anche la sua storia era incredibile. Dopo la campagna di settembre fugg\u00ec in Ungheria. Fu internato l\u00ec, ma riusc\u00ec a fuggire con alcuni amici e arriv\u00f2 in Francia attraverso l'Italia settentrionale. L\u00ec si arruol\u00f2 volontario per l'esercito polacco in Francia e combatt\u00e9 nella campagna francese del 1940. Poich\u00e9 combatt\u00e9 nel sud, fu tagliato fuori dalla possibilit\u00e0 di evacuazione in Inghilterra. Cos\u00ec rimase in Francia, nella regione di Grenoble. Qui, dopo la capitolazione della Francia, gett\u00f2 via l'uniforme e prese parte alla Resistenza francese. Questo dur\u00f2 due anni, dopodich\u00e9 attravers\u00f2 la Spagna per raggiungere il Portogallo e da l\u00ec prese una nave per l'Inghilterra. Dall'Inghilterra venne trasferito nel Nord Africa, dove erano gi\u00e0 arrivate le truppe polacche di Anders. Partecip\u00f2 alla campagna d'Italia con il corpo d'armata Anders e combatt\u00e9, tra gli altri, in: a Montecassino e alla fine si ritrov\u00f2 in Inghilterra. Si trovava di fronte a un grande dilemma: tornare in una Polonia controllata dai comunisti oppure no? Alla fine decise di tornare perch\u00e9 la sua famiglia lo stava aspettando a casa: sua moglie e i suoi figli. Mia nonna Maria era molto coraggiosa. Quando suo nonno part\u00ec per la guerra, lei rimase sola con due bambini. Fu un periodo difficile per lei.<\/p>\n\n\n\n

 Per accogliere il marito, che stava viaggiando in nave verso la Polonia, venne a Gdynia. A quanto pare lo vide addirittura su una nave attraccata al porto e lo salut\u00f2 con un fazzoletto. Purtroppo non riusc\u00ec ad incontrarlo, perch\u00e9 subito dopo essere sceso dalla passerella lui venne arrestato dai servizi segreti comunisti e solo dopo un anno o un anno e mezzo si ripresent\u00f2 improvvisamente a casa. Infatti, fino alla fine della sua vita ebbe grandi difficolt\u00e0 a trovare un lavoro. Ha svolto vari lavori. Tuttavia non si lament\u00f2 mai e, nonostante tutti i danni inimmaginabili che gli furono inflitti dalle autorit\u00e0 comuniste, era un uomo allegro. Ogni volta che gli chiedevo della sua esperienza di guerra, mi raccontava solo cose ordinarie e spesso divertenti, evitando di menzionare storie drammatiche. Ricordo che sopra il suo letto c'era un kilim, con un dipinto della Madonna di Ostra Brama in alto e una sciabola da ufficiale in basso. Quando mor\u00ec mio nonno, desideravo tanto avere come souvenir questa sciabola e l'uniforme di Anders con cui torn\u00f2 dall'Inghilterra. Ma non se ne fece nulla, perch\u00e9 mia nonna insistette affinch\u00e9 mio nonno venisse sepolto con la sua uniforme e con la sua sciabola, oltre ad alcune decorazioni di guerra. Fu insignito due volte della Croce al Valore, della Croce per la Guerra Polacco-bolscevica e della Croce Partigiana Francese. Di questi premi ho solo le miniature. <\/p>\n\n\n\n

Racconto tutto questo perch\u00e9 il destino dei miei antenati e l'atmosfera in famiglia hanno in qualche modo plasmato il mio atteggiamento.<\/p>\n\n\n\n

A Przemy\u015bl negli anni '70 c'era l'usanza di appendere nelle vetrine dei negozi del centro citt\u00e0 delle bacheche con le foto dei diplomati delle scuole superiori, dei tutor e dell'intero corpo docente. Soprattutto su iniziativa del mio amico ormai defunto, la foto del nostro catechista \u00e8 stata esposta sulla bacheca della nostra classe, ritenendola ovvia. Dopotutto, il prete che ci dava lezioni di religione, anche se non a scuola ma nell'aula del catechismo in chiesa, era anche il nostro insegnante. La bacheca \u00e8 rimasta appesa in via Franciszka\u0144ska per tutto il sabato e la domenica, cos\u00ec che la foto del sacerdote \u00e8 stata vista da molte persone interessate. Non ci rendevamo conto delle conseguenze che questo avrebbe potuto avere. E il risultato finale \u00e8 stato che luned\u00ec l'intera classe \u00e8 stata convocata per un incontro con il preside, che ci ha rimproverati per questa "iniziativa inaccettabile e riprovevole". In seguito si scopr\u00ec che aveva avuto molti guai.<\/p>\n\n\n\n

Dopo il diploma di scuola superiore, ho scelto di studiare studi polacchi presso l'Universit\u00e0 Cattolica di Lublino. C'era un po' di stress durante gli esami di ammissione perch\u00e9 avevo la categoria militare "A", quindi se non avessi superato l'esame di ammissione, avrei dovuto affrontare il servizio militare obbligatorio. Tuttavia, superai l'esame senza problemi e nel 1976 iniziai gli studi presso l'Universit\u00e0 Cattolica di Lublino. Nell'ambito della filologia polacca, ho studiato teatro sotto la supervisione dell'eccellente professoressa Irena S\u0142awi\u0144ska di Vilnius. Ho anche seguito le lezioni su Mickiewicz tenute dal professor Czes\u0142aw Zgorzelski, che aveva iniziato la sua carriera scientifica a Vilnius prima della guerra. Per me gli studi sono stati un periodo speciale. L\u00ec ho incontrato un mondo completamente diverso, perch\u00e9 dobbiamo ricordare che gli anni '70 furono un periodo in cui nella Polonia comunista stavano gi\u00e0 emergendo movimenti dissidenti e di liberazione. Si formarono vari gruppi di opposizione e tutti in qualche modo trovarono il loro posto nella KUL. Questa universit\u00e0 fu un fenomeno indubbio all'epoca, infatti era l'unica universit\u00e0 in Polonia completamente indipendente dallo stato comunista. L\u00ec si incontravano persone con opinioni diverse. Vale la pena ricordare che in quel periodo W\u0142adys\u0142aw Bartoszewski teneva lezioni presso la Facolt\u00e0 di Storia dell'Universit\u00e0 Cattolica di Lublino. Ricordo che tenne una conferenza monografica intitolata "Lo Stato clandestino polacco", un argomento inimmaginabile in qualsiasi universit\u00e0 statale della Repubblica Popolare Polacca. Accanto a lui, la \u201cstar\u201d della Facolt\u00e0 di Storia era il professor Jerzy K\u0142oczowski, che prese parte anche lui alla rivolta di Varsavia. Il rettore di allora era un eminente filosofo neotomista, domenicano, sacerdote e professore, Albert Kr\u0105piec, originario di Kresy (nel voivodato di Tarnopol, anteguerra). \u00c8 stato uno dei creatori delle eccellenti \u201cSettimane filosofiche\u201d presso l\u2019Universit\u00e0 Cattolica di Lublino. In questo contesto, su invito del professor Kr\u0105piec, uno dei principali marxisti, Zdzis\u0142aw Cackowski, professore all'Universit\u00e0 Maria Curie-Sk\u0142odowska, partecip\u00f2 ai famosi dibattiti.<\/p>\n\n\n\n

Vale la pena menzionare anche eventi eccezionali come l'inaugurazione dell'anno accademico alla KUL. La figura principale \u00e8 stata il primate di Polonia, il cardinale Stefan Wyszy\u0144ski. Accanto a lui c'\u00e8 un gruppo di ambasciatori provenienti dal Regno Unito, dalla Francia, dal Belgio e dagli Stati Uniti. Vale la pena ricordare che a quei tempi si trattava ancora di un'universit\u00e0 molto intima. Si trattava di una comunit\u00e0 di poco meno di 2.000 persone, tra cui studenti, professori, impiegati amministrativi ed economici. Praticamente tutti si conoscevano almeno di vista. In questo clima gli studenti intraprendevano diverse attivit\u00e0 (oltre a quelle scientifiche), principalmente di natura artistica o politica. Quelle politiche assumevano spesso la forma di lettere di protesta alle autorit\u00e0 comuniste. Ricordo di aver raccolto firme di questo tipo. Una volta accadde che il rettore Kr\u0105piec venne a conoscenza della raccolta di firme per una tale lista nel dormitorio della KUL. Ci ha chiamato \u201ca tappeto\u201d, ci ha disciplinato un po\u2019, ma mentre ce ne andavamo ha detto: -Se devi farlo, fallo con attenzione. <\/em>Queste erano le storie.<\/p>\n\n\n\n

Durante i miei studi ho incontrato molte persone che hanno cercato di cambiare qualcosa nella realt\u00e0 della Repubblica Popolare Polacca. Una di queste persone era Marian Pi\u0142ka, allora studente di lettere classiche e in seguito attivista e membro del parlamento dello ZChN. Infatti, \u00e8 stato grazie a lui che mi sono ritrovato nel Movimento per la Difesa dei Diritti Umani e Civili. Oggi, quando sfoglio da qualche parte su Internet l'elenco dei membri del ROPCiO, mi vengono in mente vecchie conoscenze. Ma non \u00e8 di questo che volevo parlare. Ebbene, in queste liste ci sono varie persone segnate in rosso che \u2013 come si \u00e8 scoperto in seguito \u2013 erano i cosiddetti \u201cTW\u201d, cio\u00e8 collaboratori segreti dei servizi segreti comunisti. E scopro con stupore che le persone pi\u00f9 radicali che ricordo a quel tempo si rivelavano spesso proprio "TW". Nell'ambito della mia attivit\u00e0 presso ROPCiO durante i miei studi, ho svolto diverse attivit\u00e0, come la stampa, la distribuzione di informazioni e storie di questo tipo. Ma ricordo anche l'episodio di Przemy\u015bl. Fu il periodo in cui il governo comunista propose delle modifiche alla Costituzione della Repubblica Popolare Polacca. E poi la Costituzione avrebbe dovuto includere una disposizione sull'"amicizia eterna con l'Unione Sovietica". Naturalmente era necessario protestare. E ricordo che fu Marian Pi\u0142ka ad avere l'idea di farlo a Przemy\u015bl. Tutto fu organizzato in modo tale che Marian sistem\u00f2 un tavolo con una sedia da qualche parte vicino a quella che oggi \u00e8 la pancakeria in via Franciszka\u0144ska, e l\u00ec si sedette a raccogliere firme. Con lui c'era anche Staszek Kusi\u0144ski, che di tanto in tanto lo sostituiva. Il mio compito era semplicemente quello di raccogliere di tanto in tanto le firme con discrezione, affinch\u00e9 non venissero confiscate accidentalmente dai servizi segreti. Alcuni passanti avevano paura di firmare la protesta. Grazie a ci\u00f2, abbiamo raccolto diverse decine di firme, il che \u00e8 stato comunque un grande risultato. E tutto \u00e8 andato in qualche modo bene, nessuno ha interrotto. Ma si stava facendo tardi e Marian aveva gi\u00e0 molto freddo, cos\u00ec prese la sedia pieghevole e il tavolo sotto il braccio e inizi\u00f2 a camminare lungo la via Serba\u0144ska. Tuttavia, all'incrocio con via Kazimierzowska, venne catturato da poliziotti in borghese, caricato su un furgone della polizia e picchiato. Pi\u00f9 tardi Marian raccont\u00f2 di essere stato picchiato pi\u00f9 volte alla stazione di polizia, ma a Przemy\u015bl lo picchiarono molto duramente. Forse anche perch\u00e9 quando gli agenti dei servizi segreti lo fermavano e gli facevano domande, aveva l'abitudine di dire nome e cognome, citava un frammento della Dichiarazione di Helsinki e si rifiutava di testimoniare, cosa che faceva infuriare gli agenti dei servizi segreti. Poich\u00e9 continuavano a interrogarlo e, non ricevendo risposta, lo picchiavano ancora di pi\u00f9, egli cominci\u00f2 a pregare il rosario ad alta voce. Ecco come lo ricordo. <\/p>\n\n\n\n

Dopo gli studi sono tornato a Przemy\u015bl e ho iniziato uno stage presso il Centro Culturale del Voivodato. Fu un periodo straordinario. Era il 1981, anno della creazione del primo movimento \u201cSolidarno\u015b\u0107\u201d, e dopo una decina di mesi, la legge marziale. Scoppi\u00f2 la guerra di Jaruzelski e io terminai immediatamente il mio tirocinio e contemporaneamente persi il lavoro. Sono stato costretto a svolgere vari lavori. Ho lavorato alla produzione di paraurti e passaruota per una piccola \u201cFiat\u201d e ho annaffiato i fiori nella serra. Poi ho lavorato per un po' di tempo al Centro Culturale Jaros\u0142aw, poi al Cinema \u201cBa\u0142tyk\u201d di Przemy\u015bl. Nel 1985 sono stato assunto come insegnante di lingua polacca presso la prima scuola secondaria, in sostituzione dell'insegnante locale di polacco che era andato in vacanza in America e non era tornato in tempo.<\/p>\n\n\n\n

 Era un lavoro molto interessante e l'ho affrontato con ambizione. Una volta ho avuto una storia divertente con il preside, che stava esaminando i miei appunti sugli argomenti delle lezioni nel diario. Era interessata al tema: \u201cPotere e moralit\u00e0 \u2013 il drammatico conflitto di Antigone\u201d. Allora mi chiede: -Hai scritto un argomento del genere? -L'ho scritto perch\u00e9 ho tenuto una lezione su questo argomento.<\/em> \u2013 risposi. E lei: -Non potresti formulare gli argomenti delle lezioni in modo meno giornalistico?  <\/em>Ho risposto: -No, perch\u00e9 non ho inventato io questo problema. <\/em>Ho lavorato nella scuola per un breve periodo perch\u00e9 il mio contratto non \u00e8 stato rinnovato per l'anno successivo.<\/p>\n\n\n\n

 Dopo la messa nella chiesa di S. Nel secondo anniversario dello scoppio della legge marziale in Polonia, in occasione della chiesa della Santissima Trinit\u00e0, ho incontrato la mia futura moglie, che in precedenza era stata segretaria del sindacato Solidarno\u015b\u0107 presso il museo di Przemy\u015bl. Nella sua famiglia c'erano membri dell'Esercito Nazionale, uno dei quali perse la vita a causa di ci\u00f2. Prima della guerra, una parte della famiglia di mia moglie viveva a Gr\u00f3dek Jagiello\u0144ski, dove il cugino di mio suocero era insegnante.<\/p>\n\n\n\n

 Fu in quel periodo che conobbi Marek Kuchci\u0144ski, mentre partecipavo alle riunioni in soffitta. A questi incontri partecipavano persone con opinioni diverse, ma che avevano bisogno di qualcosa in pi\u00f9 di quello che la realt\u00e0 che ci circondava in quel momento poteva offrire. Ci sono stati incontri con persone interessanti, anche dall'estero, ci sono state discussioni ma anche feste di Capodanno comuni. Ci\u00f2 che era interessante e caratteristico di questo ambiente era che praticamente tutte queste persone erano in qualche misura coinvolte in attivit\u00e0 anticomuniste e per la libert\u00e0. Alcuni stampavano volantini, altri li distribuivano alla stampa indipendente. Il leader di questo ambiente e della sua anima era, naturalmente, Marek Kuchci\u0144ski.<\/p>\n\n\n\n

Ed \u00e8 con questo gruppo che abbiamo deciso di organizzare le Giornate della Cultura Cristiana. Abbiamo acquisito un importante Patrono per questo progetto nella persona di P. Vescovo Ignacy Tokarczuk. Nelle chiese e nelle sale parrocchiali si sono svolte mostre, concerti, incontri e proiezioni. Ci\u00f2 \u00e8 stato possibile grazie all\u2019atteggiamento del nostro vescovo. Le Giornate della Cultura Cristiana rappresentarono una novit\u00e0 nella Chiesa cattolica tradizionale.  <\/p>\n\n\n\n

A quel tempo, cio\u00e8 a met\u00e0 degli anni '80, nella cantina del convento francescano, insieme a uno dei frati, stampavamo volantini e riviste. La macchina per la duplicazione del testo \u00e8 stata costruita per noi dal restauratore dei monumenti che all'epoca lavorava in questa chiesa.<\/p>\n\n\n\n

Poi arriv\u00f2 la svolta, nel 1989. A quel tempo non ero a Przemy\u015bl, ci tornai nel 1991 e iniziai a lavorare al Centro Culturale del Voivodato, che presto si trasform\u00f2 nel Centro Culturale di Przemy\u015bl. In quel periodo nacquero diversi progetti importanti ai quali partecipai. Molto importante \u00e8 stata l'attivit\u00e0 legata al patrimonio delle zone di confine e alla cooperazione con i polacchi che ancora vivono l\u00ec. Si tratta di contatti molto estesi che sono riuscito a costruire, tra cui: grazie alla collaborazione con Zbigniew Chrzanowski, che avevo conosciuto in precedenza e che aveva lavorato per diversi anni come mio vice presso il Centro Culturale. Insieme a lui abbiamo creato un progetto per un festival di musica classica che faceva riferimento al progetto di Breslavia, ovvero le Giornate della musica da oratorio e cantata. Siamo riusciti a realizzare questo progetto in modo tale che il suo patrono, di fatto il suo direttore artistico ufficiale, fosse il defunto illustre professore e compositore di fama mondiale Krzysztof Penderecki.  <\/p>\n\n\n\n

 Grazie al suo mecenatismo, a Przemy\u015bl si esibirono in concerti numerosi musicisti e cantanti eccellenti. Nella cattedrale di Przemy\u015bl abbiamo presentato tutte le grandi opere del Maestro Penderecki. Anche qui ha diretto un artista straordinario come Jerzy Maksymiuk. Tra le numerose grandi opere eseguite a Przemy\u015bl si ricordano, ad esempio, le Litanie di Ostra Brama di Moniuszko e il Kaddish di Bernstein recitato dal Prof. A. Bardini.<\/p>\n\n\n\n

Ho partecipato anche come co-organizzatore a un progetto che non esiste pi\u00f9, ma che negli anni Novanta fu un'iniziativa molto importante e straordinaria. Era il Festival della Cultura Polacca in Ucraina. Successivamente, insieme a Krzysztof Sawicki e al defunto direttore del jazz club \u201cDzyga\u201d di Leopoli, Markiyan Ivaszczyszyn, abbiamo creato un progetto del festival jazz di Przemy\u015bl-Leopoli \u201cJazz Bez\u201d, la cui idea era quella di riunire artisti polacchi e ucraini. Questo progetto, nonostante tutti i problemi, continua ancora oggi.<\/p>\n\n\n\n

Ecco come lo ricordo...<\/p>\n\n\n\n

(preparato da \u2013 K. Jacek Borz\u0119cki)<\/p>\n\n\n\n

\"\"<\/a><\/figure>\n\n\n\n

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